Alcuni sono “coffee-table” in piena regola, altri si pongono domande inusuali, altri ancora sono un omaggio a icone del nostro tempo. Il 2018 ci ha regalato pagine e libri di moda da non lasciarsi sfuggire. Per arredare il soggiorno (eh si, certi volumi assolvono anche quella funzione), da regalare all’amica/o fashionista ma, soprattutto, da leggere e rileggere, per imparare, capire e interrogarsi su un mondo sempre in movimento.

Lo avevamo fatto l’anno scorso e ve lo riproponiamo anche quest’anno: ecco a voi una top ten di libri glossy sulla moda freschissimi di stampa!

Kate

Dior. Sfilate. Tutte le collezioni da Christian Dior a Maria Grazia Chiuri

Se volete “ripassare” la storia di Dior in attesa della mostra che il V&A dedicherà al grande couturier a febbraio, questo è il libro che fa per voi. Corposissimo (le pagine sono 632) e ricco d’immagini (oltre 180), il volume traccia le vicende della maison francese attraverso le sue collezioni. Ci sono tutte: da quelle del mai dimenticato fondatore, a quelle della “nostra” Maria Grazia Chiuri. In mezzo, le creazioni realizzate da Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano e Raf Simons. Nomi “da poco” insomma, che negli anni hanno mantenuto vivida, ri-aggiornandola, la memoria di Christian Dior. Il punto di partenza? Quel “New Look”, per dirla alla Carmel Snow, che ha cambiato un’epoca.

Autore: Alexander Fury
Casa editrice: Ippocampo

Dior. Sfilate. Tutte le collezioni da Christian Dior a Maria Grazia Chiuri

Eleganza fascista. La moda dagli anni Venti alla fine della guerra

Lo sapevate che il sistema di tesseramento, adottato in Italia nel secondo periodo bellico, limitava l’acquisto di abbigliamento ma non, ad esempio, l’acquisto di cappelli per signore? Lo spiega bene la bravissima Sofia Gnoli che, all’interno del suo volume dedicato alla moda del Ventennio, racconta gli albori del Made in Italy. Di quel periodo che, ancora lontano dall’essere riconosciuto così, tra fatiche e ristrettezze rivendicava una moda solo ed esclusivamente italiana. Se per il Regime l’affrancamento dalla moda francese era urgente per mere velleità nazionalistiche, va pur detto che la creazione dell’Ente nazionale della moda, si legge, a qualche cosa buona portò. È qui che inizia a germogliare, infatti, il poi famosissimo stile italiano. L’autrice ci racconta di questo e molto altro grazie a parole puntuali e documenti dell’epoca. Un consiglio: ammirate le immagini; molte provengono dai primissimi periodici femminili “patinati”.

Autrice: Sofia Gnoli
Casa editrice: Carocci Editore

Eleganza fascista. La moda dagli anni Venti alla fine della guerra

Kate

In una (più unica che rara) intervista rilasciata all’emittente statunitense NBC ha dichiarato di essere diventata una “brava ragazza”. Non beve più, pratica sport con regolarità e limita, addirittura, caffè e sigarette. Alla domanda tranchant della giornalista sulla sua ingloriosa frase riguardante la magrezza nothing tastes as good as skinny feels, lei ha risposto, piccola piccola, di essersene pentita. “Lei” è la top model per eccellenza: discussa, amata, odiata ma pur sempre Kate Moss. Oggi, il suo primo amore Mario Sorrenti, bravissimo fotografo italiano naturalizzato statunitense, la omaggia con un libro fotografico che è una sorta di album personale, intimo e “caldo” com’è. All’interno ci sono le immagini di un’acerba, ma non per questo meno affascinante, Kate che, in bikini o a letto, guarda l’obiettivo con quell’”incompleta bellezza” che, dagli anni Novanta in poi, diventerà il suo punto di forza. Per scoprire gli esordi di una contemporanea icona di moda.

Autore: Mario Sorrenti

Casa editrice: Phaidon

Kate

Digital fashion media: com’è cambiato il modo di comunicare la moda

Se dici, oggi, “blogger”, il rischio di passare per quello un po’ agé è dietro l’angolo. Eh già, i tempi corrono veloci, specie quelli della comunicazione di moda, e tra un Instagram e uno Snapchat, il termine è, a tutti gli effetti, obsoleto. Nel 2018 si dice (non sbagliate, mi raccomando) influencer! E allora chi meglio di una giornalista professionista può fornirci indicazioni circa un settore (quello dei media) che cambia tanto rapidamente quanto il contenuto (la moda) di cui si occupa? In questo libro, adatto agli studenti ma assolutamente godibile anche da chi si vuol fare un’idea sulla questione, Giulia Rossi traccia la parabola dei fashion media: dal cartaceo al digitale, passando per civic e brand journalism. In mezzo, vengono raccontati progetti editoriali di successo, oltre che biografie di giornalisti di moda che “ce l’hanno fatta”. Un libro per districarsi in quell’immensa giungla che è la comunicazione digitale.

Autrice: Giulia Rossi
Casa editrice: Edizioni Nuova Cultura

Digital fashion media: com’è cambiato il modo di comunicare la moda

Balenciaga in Black

Coco Chanel disse di Balenciaga: “È il couturier nel senso più vero del termine. È l’unico in grado di tagliare, assemblare le sue creazioni e cucire a mano. Tutti gli altri sono soltanto stilisti”. E se Madame Coco, non certo generosa nei complimenti, la pensava così sul grande sarto basco, c’è da crederci. D’altronde, si devono a lui alcune tra le più celebri “pietre miliari” della moda: il cappotto cocoon, il tailleur senza collo, l’abito a tunica, l’envelope dress e quel total black “debito” della fascinazione per la pittura iberica e le tradizioni popolari spagnole. Oggi un libro, curato tra gli altri da Olivier Saillard, celebra l’amore di Balenciaga per il nero attraverso le immagini scattate da Pierre Even ad alcune delle sue più famose creazioni. Le fotografie di Richard Avedon e Irving Penn, e alcuni schizzi dello stesso Balenciaga, completano il volume. Per un viaggio tra le mille tonalità di un grande della couture.

Autori: Olivier Saillard, Véronique Belloir, Helena Lopez de Hierro, Gaspard de Massé
Casa editrice: Electa

Balenciaga in Black

Fashion Crimes: Dressing for Deviance

Come può l’abbigliamento essere considerato “indice” di un comportamento criminale? Secondo Joanne Turney, autrice di questo volume che conta quasi 300 pagine, può. D’altronde, sono moltissimi gli studi che inquadrano la moda come sistema denso di significati, come un codice perfetto nella comunicazione di identità e cultura. Pensate a un accessorio tanto semplice quanto sfaccettato come la bandana: in Italia era il simbolo del “pirata” del ciclismo, ma nella Los Angeles degli anni Ottanta, ad esempio, era indossata dalle minacciose e criminali gang di bikers. Ecco allora che leggere Dress For Deviance può diventare interessante e nient’affatto scontato. Per vedere l’abbigliamento quotidiano sotto un’altra luce e per scoprire come anche una “banalissima” hoodie possa portare chi l’indossa ad essere considerato come “socialmente pericoloso”. Attenzione a cosa acquistiamo!

Autrice: Joanne Turney
Casa editrice: Tauris Academic Studies

Fashion Crimes: Dressing for Deviance

New dress code. Le regole dell’abbigliamento maschile oggi

Cosa non può mancare nel guardaroba dell’uomo contemporaneo? Ce lo spiega lo stylist Giuseppe Ceccarelli che stila un vademecum di “regole” del vestire maschile. Gli ingredienti principali del libro? Una (sempre piacevole) buona dose d’ironia e immagini dettagliate dei capi (by Angela Impronta). Erroneamente abituati a pensare che sia la donna quella più soggetta ai cambiamenti della moda, leggendo si scopre che no, non è affatto così, e anche l’uomo ha il suo daffare nell’abbigliarsi. L’eleganza maschile si è, in effetti, aggiornata e al “classico dei classici”, vale a dire il completo tre pezzi giacca, camicia e cravatta, si sono aggiunti una serie di nuovi look pensati per uomini dinamici e con i più disparati ruoli lavorativi. Da leggere; a riprova di un menswear tutt’altro che “morto”.

Autore: Giuseppe Ceccarelli
Casa editrice: White Star

New dress code. Le regole dell’abbigliamento maschile oggi

Mert Alas and Marcus Piggott: The book

Ve lo dicevamo all’inizio… Alcuni libri di questo decalogo meritano di far sfoggio di sé semplicemente appoggiati sul tavolino del salotto. È il caso di The Book, un volumone di oltre 300 immagini (super glossy) ricavate dal portfolio del duo fotografico più glamour del mondo della moda: Mert Alas e Marcus Piggott – da tempo solo Mert & Marcus. L’uno turco (Alas), l’altro gallese (Piggott), s’incontrano nel lontano ’94 nell’East End londinese e da lì non si lasciano più, dando vita a un sodalizio nel nome di una fashion photography talmente audace da aver cambiato l’estetica del genere. Imperdibile.

Autori: Mert Alas, Marcus Piggott
Casa editrice: Taschen

Mert Alas and Marcus Piggott: The book

Iconic: The Masters of Italian Fashion

Il firmamento della moda nazionale è tutto qui: Pucci, Armani, Versace, Prada, Fendi, Dolce & Gabbana, Miu Miu, Gucci, Missoni e Valentino. Cosa volere di più? Con Iconic, la fashion artist Megan Hesse ci conduce in un viaggio all’interno del made in Italy più famoso. Quello che, coniugando artigianato e creatività, è riuscito a fare dell’Italia la meta della moda per eccellenza. Il surplus del libro? Le illustrazioni a colori di alcuni tra i capi più celebri dei nostri maestri: dall’haute couture allo swimwear.

Autrice: Megan Hess

Casa editrice: Hardie Grant Books

Iconic: The Masters of Italian Fashion

The End of Fashion: Clothing and Dress in the Age of Globalization

Sono tante, e tutte di strettissima attualità, le domande che pone al lettore questo volume che ospita, tra gli altri, i contributi di studiosi del calibro di Valerie Steele e Patrizia Calefato. La moda è parecchio cambiata e nel XXI secolo deve fare i conti con globalizzazione, innovazione tecnologica e crescita esponenziale di internet. Tutto è stato “stravolto”, e l’abito alla moda non è più indicatore di uno status, bensì mezzo perfetto di self-expression. E allora, come percepiamo noi oggi la moda? Com’è cambiato il nostro rapporto con “lei” con la digitalizzazione? Leggete e provate a rispondere!

Autori: Adam Geczy, Vicki Karaminas (a cura di)
Casa editrice: Ava Pub Sa

The End of Fashion: Clothing and Dress in the Age of Globalization