Pre-collezioni, resort, crociera: chiamatele nella forma che più vi aggrada ma, sta di fatto, che le collezioni cruise sono diventate da qualche anno la più bella manifestazione di estro che la moda sappia dare. Complici destinazioni inconsuete e spettacolarizzazioni che raggiungono i massimi livelli, questi défilé/happening infittiscono un sistema già frenetico ma, a quanto pare, mai in carenza d’idee.

Dior Resort Collection 2019 Maria Grazia Chiuri Escaramuzas

Dior Resort Collection 2019. Foto: FirstView

Precisiamo che, nel dirvi questo e nel raccontarvi i look più riusciti, stiamo dalla parte del pubblico e non di chi la moda la fa. Perché chi la fa, ovvero stilisti e direttori creativi (anche qui i termini abbondano, scegliete quello che preferite), in realtà lamenta da molto una smania che non lascia tempo all’incubazione del nuovo – complici Instagram, con le web stars che sciorinano look a ore, e i grandi del fast-fashion, che propongono merce nuova due/tre volte la settimana. Anche la moda “ufficiale” ha dovuto quindi adeguarsi. E allora è successo che anche le famose collezioni cruise, un tempo destinate ai quei pochi che potevano permettersi un look vacanziero anche nella stagione invernale, siano diventate momenti imprescindibili del (saturo?) calendario della moda.

Chanel Resort Collection 2019

Chanel Resort Collection 2019. Foto: Francois Guillot/Getty Images

Così vuole il mercato che, con le collezioni cruise in vetrina da novembre, riempie il “vuoto” lasciato dai saldi nell’attesa delle collezioni per la primavera estate. Perché le due main collection stagionali sembrano non essere più sufficienti per il pubblico – al bando la moda consapevole che ci vorrebbe più accurati nelle scelte vestimentarie.

Se questo provocherà o meno un crash nell’industria, come rifletteva il critico Alexander Fury sull’Indipendent di qualche anno fa, non lo sappiamo. Quel che è certo è che l’istrionismo delle collezioni cruise per il 2019 ha sedotto il pubblico, tra addetti ai lavori e non.
Questo è il nostro personale “Best of”…

Gucci Resort Collection 2019

Gucci Resort Collection 2019. Foto: GIOVANNI GIANNONI/WWD

“More is More”: Gucci nella necropoli di Arles

Ammucchiare stili, tessuti, epoche e riferimenti diversissimi tra loro in una passerella onirica dove, anche gli opposti, sembrano unirsi in un ordine perfetto. È l’estro dotto di Alessandro Michele che infiamma (letteralmente) la promenade des Alyscamps di Arles e crea per Gucci 114 look che sfilano tra gotici rintocchi di campane. Un mix di sacro e profano, vecchio e nuovo che, invece di disturbare, ammalia e coinvolge. L’Inferno dantesco e Billy Idol, il logo SEGA e quello del mitico Chateau Marmont, l’Età Vittoriana e il glam dei Settanta. E poi pelle, seta, denim, pizzo e un’accozzaglia di colori che mai è stata così bene insieme.

Il rodeo “femminista” di Maria Grazia Chiuri chez Dior

Sono amazzoni moderne e fiere quelle portate in passerella da Maria Grazia Chiuri a Chantilly. L’ispirazione si deve alle escaramuzas: coraggiose cavallerizze del tradizionale rodeo messicano della charrería che corrono al galoppo vestite di balze, pizzi e sombrero. Un omaggio alla forza delle donne che è testimonianza, ancora una volta, del discorso femminista intrapreso dalla stilista romana di Dior. Un “girl power” tradotto per l’occasione in bustier in pelle e anfibi, addolciti dai preziosismi di gonne e abiti.

I “nineties” di Prada a New York

Se Michele da Gucci “gioca al rialzo”, Miuccia Prada invade New York facendo l’operazione opposta. Il risultato è ugualmente wow! Nella location della Piano Factory della Grande Mela (by Herzog & de Meuron) e con “rimbalzo” sui maxi schermi di Times Square, la stilista italiana allestisce una collezione che strizza l’occhio ai Novanta puntando sul “semplice”. Minigonne in pelle, top indossati sopra t-shirt, abiti fluidi e dritti. Un rigore delle forme a cui fanno da contraltare stampe colorate e dettagli street (vedi l’ingombrante colbacco).

Da Chanel un omaggio a Coco con “La Pausa”

Così aveva chiamato Coco il suo personale buon ritiro a Roquebrune Cape-Martin. Così, oggi, Karl Lagerfeld rende omaggio alla fondatrice della maison, con la scritta “La Pausa” che campeggia sulla prua di un’immensa nave da crociera, sfondo per il défilé Chanel allestito al Grand Palais. A farla da padrone, nella collezione, quel sailor’s style che fa subito vacanza al mare. Righe (tante) ma anche baschi e Mary Jane che sono un inno (con stile) alla rilassatezza. Per la sera: doppiopetto ultra chic e bomberini con maniche a sbuffo.

La riviera secondo Nicolas Ghesquière

È Saint-Paul-de-Vence la cornice scelta da Ghesquière per la collezione cruise di Louis Vuitton del 2019. Nella fattispecie, gli spazi sono quelli del giardino della Fondazione Maeght, “tappezzato” di opere di Mirò e Giacometti in perfetto dialogo con le mise scultoree del designer francese. Già, perché la passerella di Vuitton è un mix and match di volumi diversissimi, tra spalle bold e sovrapposizioni. Moltissimi i must have: dalle giacche in pelle con revers in tessuto alle LV Archlight rivisitate in versione cuissard, dai miniabiti di piume colorate alle maxi bag in vernice nera. “Chicca” della collezione: la collaborazione con l’editor Grace Coddington che, sotto il segno del comune amore per gli animali, ha visto il nascere di una linea di accessori divertenti raffiguranti i gatti (della Coddington) e il labrador (di Ghesquière).

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